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Pisa, 1° ottobre – L’annunciato sviluppo della geotermia toscana con la realizzazione di otto nuove centrali, per un aumento della potenza prodotta di oltre 900 megawatt, deve essere accompagnato da vere sinergie tra imprese del territorio, player energetici e Istituzioni che vadano oltre i semplici buoni propositi. Premesse essenziali se si vuole garantire in futuro l’arrivo di nuove aziende e la permanenza delle attuali in Toscana, generando ricchezza distribuita per tutti e ripopolando l’area. Solo prevedendo condizioni di rinnovabilità a tariffe europee dell’energia elettrica, infatti, si potrà sviluppare un tessuto produttivo industriale che ha la necessità di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050. È ciò che auspica la società Altair Chemical, il cui stabilimento produttivo situato a Saline di Volterra (PI) fa parte di Esseco Industrial, divisione dell’italiano Esseco Group che offre prodotti e servizi per l’industria chimica organica e inorganica. Una posizione ribadita anche durante un recente convegno organizzato dal Lions Club Volterra con la partecipazione del Presidente di Regione, Eugenio Giani.

Come già affermato più volte, pubblicamente e in alcuni incontri istituzionali – dichiara Roberto Vagheggi, direttore generale di Esseco Industrial e CEO di Altair Chemical – siamo pronti a mettere in campo decine di milioni di euro per investire o co-investire su una centrale geotermica incrementale così da proseguire nel nostro percorso di decarbonizzazione. Ma, ad oggi, le risposte giunte dai maggiori player energetici non ci permettono di dire che la discussione sia stata affrontata in modo doveroso. Aziende energivore come la nostra stanno puntando fortemente sulle fonti rinnovabili aggiunge Vagheggiproprio qui in Toscana abbiamo realizzato, nel 2021, uno dei primi PPA (Power Purchase Agreement), accordo di durata decennale per la fornitura di energia green a prezzi prestabiliti per oltre 43.800 MWh annui. Negli altri nostri stabilimenti, però, abbiamo persino superato il 75 per cento di utilizzo di energia rinnovabile grazie a centrali idroelettriche. Oggi a Saline siamo lontani da queste percentuali – prosegue il CEO di Altair Chemical, società con un fatturato annuo che si aggira sui 300 milioni di euro – eppure abbiamo a disposizione una risorsa geotermica che lavora a ciclo continuo, senza soluzione di continuità in tutti i periodi dell’anno. In un territorio dove non c’è vento e le aree compatibili con il solare sono poche, la risorsa geotermica è l’unica a rispondere a quelle condizioni green necessarie a qualsiasi industria energivora voglia investire in queste aree”.

Diversi sarebbero i benefici con uno sviluppo del comparto geotermico toscano in sinergia con il tessuto imprenditoriale regionale.Avremo più energia rinnovabile localmente, industrie tese concretamente alla transizione energetica sospinte da costi certi che non subiscono le fluttuazioni dei mercati, investimenti e risorse economiche da spendere sul territorio e per le sue comunitàdichiara Roberto Vagheggi (Altair Chemical) – A nostro modo di vedere, la Toscana rischia di perdere una occasione fondamentale per delineare il futuro dello sviluppo industriale sul territorio a causa di logiche che sembrano mancare di una visione d’insieme. L’auspicio è che ciò venga colto nei tavoli di discussione regionali. Amiamo questa terra e siamo determinati – conclude – ma cosa dovremmo fare: farci promotori di un’azione di raggruppamento delle aziende elettrivore toscane per avanzare una proposta di rilascio di alcune concessioni esistenti, come il settore dell’acciaio sta facendo per le centrali idroelettriche?”.

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